Avete scaricato o vi siete procurati in altro modo un pacchetto software.
Molto probabilmente è archiviato (in formato tar) e compresso
(in formato gzip), e quindi il nome del file terminerà con
.tar.gz
o .tgz
(N.d.T: Gli archivi tar compressi, in inglese,
vengono colloquialmente detti "tarball", d'ora in poi ci riferiremo ad
essi come "pacchetti tar"). Innanzi tutto copiatelo in una directory di
lavoro. Poi decomprimetelo (con gunzip) e spacchettatelo (con
tar). Il comando appropriato per farlo è tar xzvf
nomefile, dove nomefile è il nome del file,
ovviamente. Il processo di dearchiviazione generalmente installerà i
file appropriati nelle sottodirectory che avrà creato. Notate che se
il nome del pacchetto ha suffisso .Z, la procedura su esposta
sarà ancora buona, sebbene funzioni anche eseguire uncompress,
seguito da tar xvf. Potete vedere un'anteprima di tale processo
con tar tzvf nomefile, che elenca i file contenuti nell'archivio
senza in effetti estrarli.
Il suddetto metodo per spacchettare i pacchetti tar è equivalente ad uno o l'altro dei seguenti:
stdin
.)
I file sorgenti nel nuovo formato bzip2 (.bz2
)
possono essere estratti con un bzip2 -cd nomefile | tar xvf -,
o, più semplicemente, con un tar xyvf nomefile, sempre
che tar
sia stato opportunamente corretto con l'apposita
patch (riferirsi al
Bzip2.HOWTO
(tradotto) per i dettagli).
La distribuzione Linux di Debian usa una diversa patch per tar
,
scritta da Hiroshi Takekawa, che, in quella particolare versione
di tar
, usa le opzioni -I, --bzip2, --bunzip2.
[Grazie tante a R. Brock Lynn e Fabrizio Stefani per le correzioni e gli aggiornamenti sull'informazione sopra citata]
A volte i file archiviati devono essere estratti, usando tar, ed installati
dalla home directory dell'utente, o magari in una cert'altra directory, tipo
/
, /usr/src
, o /opt
, come specificato nelle
informazioni di configurazione del pacchetto. Qualora si riceva un messaggio
di errore tentando l'estrazione dall'archivio, questa potrebbe esserne la
ragione. Leggete i file di documentazione del pacchetto, specialmente i file
README
e/o Install
, se presenti, ed editate i file di
configurazione e/o i Makefile
come necessario, consistentemente con
le istruzioni di installazione. Osservate che di solito non si
dovrebbe modificare il file Imake
, poiché ciò potrebbe
avere conseguenze impreviste. La maggior parte dei pacchetti permettono di
automatizzare questo processo eseguendo make install per mettere i
binari nelle appropriate aree di sistema.
shar
, o archivi shell,
specialmente sui newsgroup riguardanti il codice sorgente in Internet.
Questi vengono ancora usati perché sono in formato testo, e
ciò permette ai moderatori dei newsgroup di consultarli e respingere
quelli inadatti. Essi possono essere spacchettati col comando
unshar nomefile.shar.
Altrimenti la procedura per trattarli è la stessa dei pacchetti tar.
Occasionalmente, potrebbe essere necessario aggiungere delle correzioni
per dei bug o aggiornare i file sorgenti estratti da un archivio usando
un file patch
o diff
che elenca le modifiche. I file
di documentazione e/o README
vi informeranno se
ciò è necessario. La normale sintassi per invocare la potente
utilità di patch di Larry Wall è patch <
patchfile.
Ora potete procedere alla fase di compilazione del processo.