Questi sono i file di configurazione che stiamo per personalizzare:
/etc/profile /etc/bashrc
.bashrc .bash_profile .bash_logout .inputrc .less .lessrc .xinitrc
.fvwmrc .fvwm2rc95 .Xmodmap .Xmodmap.num .Xdefaults .jedrc
.abbrevs.sl .joerc .emacs
Non aggiungete utenti prima di completare la configurazione; metterete infatti i file dot in /etc/skel.
Questo è forse il programma più importante dopo il kernel. Per
personalizzare bash
, questi sono i file principali da modificare:
/etc/bashrc
contiene gli alias e le funzioni valide per
l'intero sistema;
/etc/profile
contiene le variabili d'ambiente per l'intero
sistema e i programmi di avvio;
$HOME/.bashrc
contiene gli alias e le funzioni
dell'utente;
$HOME/.bash_profile
contiene le variabili
d'ambiente e i programmi di avvio dell'utente;
$HOME/.inputrc
contiene definizioni di tasti e altri elementi.
Qui sotto ci sono esempi di questi file. Primo, il più importante: /etc/profile. Viene usato per configurare molte caratteristiche in una macchina Linux, come vedrete nelle sezioni seguenti. Fate attenzione agli apici inversi!
# /etc/profile # Variabili di ambiente globali e programmi di avvio # Le funzioni e gli alias vanno in /etc/bashrc # Questo file imposta queste caratteristiche: # # o path # o prompt # o alcune variabili d'ambiente # o ls a colori # o il comportamento di less # o backspace in rxvt # # Gli utenti possono sovrascrivere queste impostazioni e/o aggiungerne altre # nel loro $HOME/.bash_profile # imposta un path decente PATH="$PATH:/usr/X11R6/bin:$HOME/bin:." # avvisa l'utente: login o non-login shell. Se e' di login, il prompt e' # colorato in blu; altrimenti in magenta. Il prompt di root e' rosso. # Per una spiegazione dei codici, vedi il Colour-ls mini HOWTO. USER=`whoami` if [ $LOGNAME = $USER ] ; then COLOUR=44 # blu else COLOUR=45 # magenta fi if [ $USER = 'root' ] ; then COLOUR=41 # rosso PATH="$PATH:/usr/local/bin" fi ESC="\033" PROMPT='\h' # hostname STYLE=';1m' # grassetto # PROMPT='\u' # nomeutente # STYLE='m' # testosemplice PS1="\[$ESC[$COLOUR;37$STYLE\]$PROMPT:\[$ESC[37;40$STYLE\]\w\\$ " PS2="> " # niente core dump, per piacere ulimit -c 0 # imposta umask if [ `id -gn` = `id -un` -a `id -u` -gt 14 ]; then umask 002 else umask 022 fi # alcune variabili USER=`id -un` LOGNAME=$USER MAIL="/var/spool/mail/$USER" # sendmail, postfix, smail # MAIL="$HOME/Mailbox" # qmail NNTPSERVER=news.myisp.it # inserite il vostro qui VISUAL=jed EDITOR=jed HOSTNAME=`/bin/hostname` HISTSIZE=1000 HISTFILESIZE=1000 export PATH PS1 PS2 USER LOGNAME MAIL NNTPSERVER export VISUAL EDITOR HOSTNAME HISTSIZE HISTFILESIZE # abilita ls a colori eval `dircolors /etc/DIR_COLORS -b` export LS_OPTIONS='-F -s -T 0 --color=yes' # personalizza less LESS='-M-Q' LESSEDIT="%E ?lt+%lt. %f" LESSOPEN="| lesspipe.sh %s" LESSCHARDEF=8bcccbcc13b.4b95.33b. # mostra i colori in ls -l | less PAGER=less export LESS LESSEDIT LESSOPEN VISUAL LESSCHARDEF # aggiusta il backspace per rxvt/xterm CTRL_H="\010" NULL_STRING=" $CTRL_H" # spazio + backspace if [ "$NULL_STRING" != "" ] ; then stty erase ^? else stty erase ^H fi # imposta il titolo xterm title: path completo case $TERM in xterm*) PROMPT_COMMAND='echo -ne "\033]0;${USER}@${HOSTNAME}: ${PWD}\007"' ;; esac for i in /etc/profile.d/*.sh ; do if [ -x $i ]; then . $i # attenzione - le variabili e gli alias potrebbero sovrapporsi! fi done # se c'è fortune, lancialo if [ -x /usr/games/fortune ] ; then echo ; /usr/games/fortune ; echo fi
Questo è un esempio di /etc/bashrc:
# /etc/bashrc # Funzioni e alias globali # Le variabili d'ambiente vanno in /etc/profile # Inserite qui le definizioni PS1 se si verificano problemi. export CDPATH="$CDPATH:~" # alias comuni alias cp='cp -i' alias l=less alias ls="ls $LS_OPTIONS" alias mv='mv -i' alias rm='rm -i' alias rmbk='/bin/rm -f .*~ *~ *aux *bak *log *tmp 2> /dev/null' alias u='cd ..' alias which="type -path" alias x=startx # Alcune funzioni utili c () # cd per la nuova directory ed elenco del contenuto { cd $1 ; ls } inst() # Installa un archivio .tar.gz nella directory corrente { if [ $# != 0 ]; then tar zxvf $1; fi } cz() # Elenca il contenuto di un archivio .zip { if [ $# != 0 ]; then unzip -l $*; fi } ctgz() # Elenca il contenuto di un archivio .tar.gz { for file in $* ; do tar ztf ${file} done } tgz() # Crea un archivio .tgz alla zip. { if [ $# != 0 ]; then name=$1.tar; shift; tar -rvf ${name} $* ; gzip -9 ${name} fi } crpm() # elenca le informazioni in un file .rpm { if [ $# != 0 ]; then rpm -qil $1 | less; fi }
Questo è un esempio di .bashrc
:
# $HOME/.bashrc # Prendi le definizioni globali if [ -f /etc/bashrc ]; then . /etc/bashrc fi # questo serve per avvisare l'utente che si trova in non-login shell if [ "$GET_PS1" = "" ] ; then COLOUR=45; ESC="\033"; STYLE=';1m'; # STYLE='m' USER=`whoami` export PS1="\[$ESC[$COLOUR;37$STYLE\]$USER:\[$ESC[37;40$STYLE\]\w\\$ " fi # alias personali alias backup='tar -Mcvf /dev/fd0' alias dial='eznet up myisp' alias f='cd ~/fortran' alias hangup='eznet down' alias lyx='lyx -width 580 -height 450' alias restore='tar -M -xpvf /dev/fd0' # funzioni personali xj() # Lancia xjed e un file in background { xjed $1 & }
Questo è un esempio di .bash_profile
:
# $HOME/.bash_profile # Variabili di ambiente e programmi di avvio utente # Questo file contiene impostazioni personalizzati che si sovrappongono # a quelli in /etc/profile # Prendi gli alias e le funzioni if [ -f ~/.bashrc ]; then GET_PS1="NO" # non cambiare il colore del prompt . ~/.bashrc fi # imposta alcune directory di default export CDPATH="$CDPATH:$HOME:$HOME/testi:$HOME/testi/geologia"
Questo è un esempio di .inputrc
:
# $HOME/.inputrc # combinazioni di tasti "\e[1~": beginning-of-line "\e[3~": delete-char "\e[4~": end-of-line # (F1 .. F5) are "\e[[A" ... "\e[[E" "\e[[A": "info \C-m" set bell-style visible # non fare beep set meta-flag On # permetti input a 8-bit (ad esempio le lettere accentate) set convert-meta Off # non togliere l'ottavo bit set output-meta On # mostra i caratteri a 8-bit correttamente set horizontal-scroll-mode On # scorri la linea di comando se e' lunga set show-all-if-ambiguous On # dopo aver premuto TAB
Per fare funzionare i tasti backspace e delete in xterm
e altre
applicazioni X11, bisogna inoltre:
.xinitrc
:
usermodmap=$HOME/.Xmodmap
xmodmap $usermodmap
.Xmodmap
dovrete inserire:
keycode 22 = BackSpace
keycode 107 = Delete
questo adatta la modalità console.
xterm
, inserite questo nel vostro
.Xdefaults
:
xterm*VT100.Translations: #override <Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\
<Key>Home: string(0x1b) string("[1~")\n\
<Key>End: string(0x1b) string("[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string(0x1b) string("[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string(0x1b) string("[41~")
nxterm*VT100.Translations: #override <Key>BackSpace: string(0x7F)\n\
<Key>Delete: string(0x1b) string("[3~")\n\
<Key>Home: string(0x1b) string("[1~")\n\
<Key>End: string(0x1b) string("[4~")\n\
Ctrl<Key>Prior: string(0x1b) string("[40~")\n\
Ctrl<Key>Next: string(0x1b) string("[41~")
rxvt
è un po' più complicato da sistemare, perché alcune opzioni si
danno in fase di compilazione. Vedete il /etc/profile qui sopra.
Ulteriori informazioni nelle pagine man di bash
(1) e readline
(3).
Non vi aspettate che tutte le applicazioni funzionino! Con joe
in
xterm
, ad esempio, alcuni tasti non funzionano; lo stesso vale per
alcune versioni di rxvt
.
ls
può mostrare a colori i contenuti delle directory, per evidenziare
i diversi tipi di file. Per abilitare questa caratteristica, servono un paio
di linee come in /etc/profile qui sopra. Questo però non
funziona in alcune versioni di rxvt
; dovrete usare xterm
.
Sembra che rxvt
abbia un bug che gli impedisce in alcuni casi di
ereditare correttamente le variabili di ambiente.
Caldera ha un ls
che non supporta i colori, ma c'è un comando
color-ls
che è la stessa cosa. Inserite in /etc/bashrc:
alias ls="color-ls $LS_OPTIONS"
Con questo eccellente pager si leggono non solo file di testo, ma anche file compressi con gzip, archivi tar e zip, pagine man e altro ancora. La sua configurazione richiede alcuni passaggi:
.lesskey
(è un semplice file ASCII) nella vostra directory principale:
^[[A back-line
^[[B forw-line
^[[C right-scroll
^[[D left-scroll
^[OA back-line
^[OB forw-line
^[OC right-scroll
^[OD left-scroll
^[[6~ forw-scroll
^[[5~ back-scroll
^[[1~ goto-line
^[[4~ goto-end
^[[7~ goto-line
^[[8~ goto-end
quindi lanciate il comando lesskey
. Si tratta di sequenze di escape per
terminali vt100. Questa consente di creare un file binario chiamato
.less
contenente le definizioni dei tasti.
#!/bin/sh # Preprocessore per 'less'. Viene usato quando questa variabile di ambiente # è impostata: LESSOPEN="|lesspipe.sh %s" lesspipe() { case "$1" in *.tar) tar tf $1 2>/dev/null ;; # Vedi i file .tar e .tgz *.tgz|*.tar.gz|*.tar.Z|*.tar.z) tar ztf $1 2>/dev/null ;; *.Z|*.z|*.gz) gzip -dc $1 2>/dev/null ;; # Vedi i file compressi *.zip) unzip -l $1 2>/dev/null ;; # Vedi gli archivi *.arj) unarj -l $1 2>/dev/null ;; *.rpm) rpm -qpil $1 2>/dev/null ;; *.cpio) cpio --list -F $1 2>/dev/null ;; *.1|*.2|*.3|*.4|*.5|*.6|*.7|*.8|*.9|*.n|*.man) FILE=`file -L $1` FILE=`echo $FILE | cut -d ' ' -f 2` if [ "$FILE" = "troff" ]; then groff -s -p -t -e -Tascii -mandoc $1 fi ;; *) file $1 | grep text > /dev/null ; if [ $? = 1 ] ; then # non e' un file di testo di qualche tipo strings $1 fi ;; esac } lesspipe $1
chmod 755 lesspipe.sh
.
LESSCHARSET
dipende
dal fatto che io vivo in Italia e quindi uso il set di caratteri ISO 8859/1.
Gli amici americani, giapponesi, russi e altri fanno meglio a non impostarla.
Uso emacs
di rado, quindi ho solo un paio di dritte.
Alcune versioni di emacs
non sono preconfigurate per i colori e
l'evidenziazione della sintassi. Scrivete quanto segue nel vostro
.emacs
:
(global-font-lock-mode t)
(setq font-lock-maximum-decoration t)
Funziona solo in X11. Inoltre, per abilitare le lettere accentate dovrete aggiungere:
(standard-display-european 1)
Lascio a voi la lettura di tutta la documentazione di
emacs
per scoprire come adattarlo ai vostri gusti; potenzialmente,
ce n'è per mesi di smanettamenti. Il Dotfile Generator (Sezione
Software per la configurazione) vi può dare una mano.
Alcune versioni di joe
non funzionano a colori in console, e non vanno
nemmeno certi tasti speciali. Una soluzione svelta (ma inelegante) per il
primo problema è questa:
~$ export TERM=vt100
~$ joe myfile
(modificate il vostro file)
~$ export TERM=linux
Per fare in modo che i tasti speciali funzionino, modificate .joerc
,
.jstarrc
o l'emulazione che preferite; potete partire dai file di
configurazione in /usr/lib/joe. Fate riferimento alla quarta sezione
(binding dei tasti) che abilita i tasti Home e End:
bol ^[ [ 1 ~ Go to beginning of line
eol ^[ [ 4 ~ Go to end of line
Scoprite le sequenze di escape desiderate digitando cat
seguito dai
tasti speciali.
Questo è il mio editor preferito: fa quello che mi serve, è più snello e
più facile da configurare di emacs
ed emula altri
editor molto bene. Presso la mia università, molti usano jed
in
emulazione EDT
, l'editor di sistema di VMS.
I file di configurazione sono .jedrc
e /usr/lib/jed/lib/*;
il primo può essere adattato dal file jed.rc
che sta nella directory
appena indicata.
jed
, create un file di nome
/usr/lib/jed/lib/defaults.sl contenente una sola linea:
() = evalfile("linux");
xjed
apparentemente non riconosce il tasto DEL,
aggiungete queste linee nel vostro .jedrc
:
#ifdef XWINDOWS
x_set_keysym (0xFFFF, 0, "\e[3~");
setkey (`delete_char_cmd'', "\e[3~");
#endif
Info_Directory = "/usr/info";
e UCB_Mailer = "/bin/mail";
;
jed
per fargli emulare EDT
(o altri editor)
è semplicissimo: dovete solo cambiare un paio di linee nel vostro
.jedrc
. Se volete usare il tasto `+' del tastierino numerico per
cancellare parole anziché un singolo carattere, aggiungete in .jedrc
:
unsetkey("\eOl");
unsetkey("\eOP\eOl");
setkey("edt_wdel", "\eOl");
setkey("edt_uwdel", "\eOP\eOl");
dopo la linea con scritto () = evalfile("edt");
.
xjed
il tastierino numerico per l'emulazione
EDT
, inserite quanto segue in .Xmodmap
:
keycode 77 = KP_F1
keycode 112 = KP_F2
keycode 63 = KP_F3
keycode 82 = KP_F4
keycode 86 = KP_Separator
xjed
si fa aggiungendo linee come le
seguenti in .Xdefaults
:
xjed*Geometry: 80x32+150+50
xjed*font: 10x20
xjed*background: midnight blue
# eccetera...
$HOME/.abbrevs.sl
:
(potete modificare questo nome inserendo
variable Abbrev_File = "/usr/lib/jed/abbrev.sl";
in .jedrc
)
create_abbrev_table ("Global", "0-9A-Za-z");
define_abbrev ("Global", "GG", "Guido Gonzato");
create_abbrev_table ("TeX", "\\A-Za-z0-9");
define_abbrev ("TeX", "\\beq", "\\begin{equation}");
define_abbrev ("TeX", "\\eeq", "\\end{equation}");
% and so on...
quindi digitate ESC x abbrev_mode
per abilitarlo. Se volete avere le
abbreviazioni attivate per default, aggiungete queste entry in .jedrc
:
define text_mode_hook ()
{
set_abbrev_mode (1);
}
%
define fortran_hook ()
{
set_abbrev_mode (1);
use_abbrev_table ("Fortran");
}
% e cosi' via...
Modificate la configurazione globale in /usr/lib/pine.conf, tenendo
in considerazione almeno i campi seguenti: user-domain
,
smtp-server
e nntp-server
. Notate che
inbox-path
dipende dal vostro MTA: se utilizzate sendmail
o
postfix
, sarà var/spool/mail/$USER
; con Qmail,
/home/$USER/Mailbox (ma la root userà
/var/qmail/alias/Mailbox.
Gli utenti possono servirsi di minicom
se non è stata creata una configurazione
globale dalla root. Ricordatevi di farlo.
Questo programma è forse il più comodo per una semplice gestione dei fax. È necessario modificare lo script /usr/bin/fax; molto semplice, ma ci sono un paio di stranezze che mi hanno procurato qualche grattacapo:
at+fclass=?
. La risposta potrebbe essere simile a
0,1,2
; 1 e 2 sono le classi supportate dal modem;
T
' o `P
'. Inserite invece `ATDT
' o `ATDP
';
-i
' e `-k
', necessari per efax
. Se volete aggiungere un
comando AT, mettetelo nella stringa appropriata senza `AT
' ma col
prefisso `-i
' o `-k
'. Per esempio, per aggiungere `ATX3
'
a INIT, dovrete mettere `-iX3
'.
Dopo questa operazione, ci sono alcuni permessi da stabilire
per fare in modo che gli utenti non-root inviino e ricevano fax. Le directory
/var/lock e /var/spool/fax devono essere modificabili.
Per fare questo, create il gruppo faxusers
, aggiungetevi gli utenti e digitate:
~# chown root.faxusers /var/lock
~# mkdir /var/spool/fax
~# chown root.faxusers /var/spool/fax; chmod g+w /var/spool/fax
Questo tool essenziale pone un piccolo intralcio. A causa delle note regole
di esportazione degli Stati Uniti, l'utility pdf2ps
non funziona
in file .pdf crittografati. Ma questo non importa: digitate nel browser l'indirizzo
http://www.ozemail.com.au/~geoffk/pdfencrypt, scaricate il file
pdf_sec.ps
e sostituitelo al file con lo stesso nome che è disponibile
con la distribuzione di Ghostscript.
Presumendo che abbiate la distribuzione teTeX, ecco un paio di cosette:
texhash
per fare in modo che teTeX riconosca il nuovo pacchetto;
~# texconfig init ; texconfig hyphen
dvips
, il file da modificare è
/usr/share/texmf/dvips/config/config.ps. Attenzione, i
campi riguardanti la risoluzione di default toccano anche xdvi
; se vi
succede che quest'ultimo cerca di ricreare i font ogni volta che lo fate
partire, aggiungete in .Xdefault
la linea
XDvi*mfmode:
Questo dovrebbe aiutare.
export TEXINPUTS="$HOME/figures::./figures"
che fa in modo che TeX cerchi in $HOME/figures
prima delle directory
di default e in ./figures
dopo le directory di default.
Si dà per scontato che il vostro kernel abbia il supporto per i protocolli PPP e TCP/IP,
che il loopback sia abilitato e che disponiate già del pacchetto pppd
correttamente
installato e magari impostato suid root. Ovviamente, il vostro ISP deve
supportare il protocollo PPP.
Ci sono due modi per fare funzionare il PPP: 1) configurazione manuale, e 2) un programma di configurazione che faccia tutto lui. Qualunque opzione scegliate, dovrete avere queste informazioni a portata di mano:
La configurazione manuale è un fastidio. Si tratta di modificare vari file e scrivere degli script; non è troppo difficile, ma è facile fare errori e i nuovi utenti ne sono spesso spaventati. Il PPP HOWTO vi attende. In alternativa, ci sono programmi che vi richiedono le informazioni elencate qui sopra e fanno il lavoro per voi.
Gnome è KDE includono, rispettivamente, gnome-ppp
e kppp
che sono molto semplici da installare. In alternativa, suggerisco che diate un'occhiata
a un paio di tool basati su testo semplice, wvdial
ed eznet
.
Dovete fornire loro il numero di telefono dell'ISP, il vostro username, la vostra password ed
è fatta. Le relative home page sono disponibili
agli indirizzi
http://www.worldvisions.ca/wvdial e
http://www.hwaci.com/sw/eznet. Entrambi sono molto utili, ma preferisco
l'ultimo.
Prima di tutto, create un file /etc/resolv.conf come questo:
nameserver w.x.y.z
dove inserirete l'indirizzo del name server del vostro provider. Per
creare un account con eznet
, eseguite questo comando:
#~ eznet add service=VOSTRO_ISP user=NOME password=PASSWORD phone=NUMERO
che crea il file /var/eznet/eznet.conf della root.root
con permessi 600; modificatelo in 666 se desiderate che tutti lo possano leggere.
Quindi provate a chiamare con eznet up VOSTRO_ISP
. Se il modem
non prende la linea, aggiungete questo comando:
#~ eznet change VOSTRO_ISP init0=atx3
Per finire la connessione, il comando è eznet down.
Tutto qui!
L'installazione di wvdial
è ancora più breve. Digitate wvdialconf
/etc/wvdial.conf
, quindi modificate il file risultante per includere il vostro
username, la password e il numero di telefono. Provate wvdial
e
tenete le dite incrociate. Per finire la connessione, arrestatela con Ctrl-C.
Per ricevere la posta dal server POP3, si usa un client POP come fetchpop
o fetchmail
; quest'ultimo è il più avanzato, ma richiede l'esecuzione di
sendmail
. Si tratta di una specie di sovrapposizione nelle macchine
con specifiche minime. Si trovano su
ftp://metalab.unc.edu/pub/Linux/system/mail/pop
.
Per configurare questi client:
fetchpop
: la prima volta che lo lanciate, vi verranno chieste
delle informazioni. Rispondete alle domande e siete a posto. fetchpop
deve essere utilizzato con lo switch -r
se il server POP3 del vostro ISP
non implementa il comando LAST in modo corretto.
fetchmail
: adattate questo esempio di file .fetchmailrc
:
# $HOME/.fetchmailrc
poll mbox.supernet.edu with protocol pop3;
user pippo there with password _Loo%ny is pippo here
Un utente mi ha scritto per dirmi che aggiungendo ``smtphost localhost''
alla seconda linea, le prestazioni sono molto migliorate.
Dovete impostare i permessi di questo file con chmod 600 .fetchmailrc
,
altrimenti fetchmail
si rifiuterà giustamente di partire. Questo esempio è molto
semplice; ci sono possibilità di configurazione infinite.
Verificatele all'indirizzo
http://www.ccil.org/~esr/fetchmail.
Andiamo, non è più difficile come una volta... Tutte le principali
distribuzioni forniscono un programma di configurazione per X11 (ad es.
XConfigurator
, sax
, XF86Setup
o almeno xf86config
). Ormai
l'installazione del server X è pressoché automatica, ma certe schede video
possono fare i capricci. In questi casi, seguo questo metodo che ha sempre
funzionato:
ftp://ftp.XFree86.org/pub/XFree86/current/binaries
, cd
nella sottodirectory di Linux che vi riguarda e scaricate i file
XVERSIONEbin.tgz
, XVERSIONEset.tgz
e tutti i server.
Il primo di questi archivi contiene il SuperProbe
più aggiornato;
XVERSIONEbin.tgz
in una directory temporanea,
spostatevi in essa ed eseguite il comando ./SuperProbe
. Se la vostra scheda
video viene riconosciuta, è molto probabile che riuscirete a configurarla;
altrimenti, peccato.
XVERSIONEset.tgz
partendo da
/usr/X11R6/, quindi eseguite
XF86Setup
.
Anche se ha sempre funzionato per me, potreste avere diversa fortuna. Attenzione che spesso X11 non parte perché avete scelto impostazioni troppo elevate per il monitor! Iniziate con impostazioni di base, ad es. 800x600 e 256 colori, poi provate ad aumentarle. Attenzione: queste operazioni sono pericolose e potreste danneggiare il monitor!
Abbiamo visto prima come fare funzionare alcuni tasti speciali. Il file
.Xmodmap
funziona bene se vogliamo usare Xjed, ma rende
inutilizzabile il tastierino numerico. Servirà quest'altro file, che
chiameremo .Xmodmap.num
:
! Le definizioni si trovano in <X11/keysymdef.h>
keycode 77 = Num_Lock
keycode 112 = KP_Divide
keycode 63 = KP_Multiply
keycode 82 = KP_Subtract
keycode 86 = KP_Add
keycode 79 = KP_7
keycode 80 = KP_8
keycode 81 = KP_9
keycode 83 = KP_4
keycode 84 = KP_5
keycode 85 = KP_6
keycode 87 = KP_1
keycode 88 = KP_2
keycode 89 = KP_3
keycode 90 = KP_0
keycode 91 = KP_Decimal
Assicuratevi che /etc/X11/XF86Config non contenga queste tre linee:
ServerNumLock
Xleds
XkbDisable
e nel caso, mettetele in un commento. Per riabilitare il tastierino, si dà il
comando xmodmap .Xmodmap.num
.
Per ottenere il login in modalità grafica, si deve modificare il file /etc/inittab, che dovrebbe includere una linea come questa:
x:5:respawn:/usr/bin/X11/xdm -nodaemon
5 è il runlevel che corrisponde alla modalità X11 (S.u.S.E. usa 4). Modificate la linea che stabilisce il runlevel di default (di solito è 2 o 3), inserendo il valore qui sopra:
id:5:initdefault:
Il numero di colori si specifica in /etc/X11/xdm/Xserver (AQVD):
:0 local /usr/X11R6/bin/X :0 -bpp 16 vt07 # primo server X, colori a 65 kb
:1 local /usr/X11R6/bin/X :1 -bpp 32 vt08 # secondo server X, true colour
Se avete già il file .xinitrc
, copiatelo nel file
.xsession
e rendete eseguibile quest'ultimo con
chmod +x .xsession
. Ora eseguite il comando telinit 5
e siete
a posto!
Una volta che il server X funziona, ci sono infinite possibilità di configurazione; dipende dal window manager che volete usare, e ce ne sono decine tra cui scegliere. Quasi sempre, si tratta di modificare uno o più file ASCII nella vostra home directory; in altri casi non si deve modificare nulla e si utilizzano appositi programmini, o addirittura un apposito menu.
Alcuni esempi:
$HOME/GNUstep
, oltre a un ottimo
programmino di configurazione;
In breve: se non vi dispiace modificare dei file di configurazione, scegliete
icewm
, fvwm*
, blackbox
etc; se invece non è di vostro gradimento,
la scelta è limitata attualmente a KDE, Gnome, WindowMaker e XFCE.
È importante avere un buon file .xinitrc
. Un esempio:
#!/bin/sh
# $HOME/.xinitrc
usermodmap=$HOME/.Xmodmap
xmodmap $usermodmap
xset s noblank # disattiva lo screen saver
xset s 300 2 # screen saver che parte dopo 5 minuti
xset m 10 5 # imposta l'accelerazione del mouse
rxvt -cr green -ls -bg black -fg white -fn 7x14 \
-geometry 80x30+57+0 &
if [ "$1" = "" ] ; then # default
WINMGR=wmaker
else
WINMGR=$1
fi
$WINMGR
Per quanto non mi sembra che sia strettamente necessario, rendetelo
eseguibile con chmod +x .xinitrc
.
Questo .xinitrc
consente di scegliere il window manager: provate
$ startx startkde # o altro
(non funziona in alcune versioni di S.u.S.E.).
Scoprite dove si trova la directory app-defaults (dovrebbe essere in /usr/X11R6/lib/X11/app-defaults). Numerose applicazioni conservano qui un file di configurazione.
Quando avete finito di configurare i file dot, copiateli nella directory /etc/skel come già detto alla Sezione Configurazione software.
rpm
è un metodo talmente utile per il controllo dei pacchetti
che sono riluttante a installare gli archivi .tar.gz, ma solo in pochi casi speciali
(ad esempio, per la sicurezza). Ogni volta che installate un tarball, considerate di trasformarlo
in un archivio .rpm, quindi reinstallatelo; fate riferimento al RPM HOWTO. Inoltre, se utilizzate le
versioni di gcc
aggiornate, quali egcs
o pgcc
, può essere
consigliabile immettere quanto segue in /etc/rpmrc
:
optflags: i386 -O2 -mpentium
Se fate l'upgrade, oltre ai soliti backup dovrete ricordarvi di salvare alcuni file addizionali. Alcuni potrebbero essere /etc/X11/XF86Config, /usr/bin/fax, tutto quello che avete messo in /usr/local, la configurazione del kernel, l'intero /etc e la posta in /var/spool/mail.
È quindi il momento di fare l'upgrade (in rari casi, downgrade!) delle applicazioni della distribuzione e di aggiungere ulteriori pacchetti. Mantenete un elenco di questi ultimi.